Un breve cenno sulla scelta dei giornalini,
così diffusi e presenti nelle letture dei ragazzi. Come ogni altro strumento
tanto frequentato dai giovai, anche i giornalini meritano una riflessione
sulle problematiche che pongono a livello educativo. Perché sono diffusi
su così larga scala?
I giornalini non rappresentano un genere letterario a sé, ma riassumono,
entro limiti, tutti i generi della letteratura per il ragazzo
con uno stile caratteristico, in cui la parte descrittiva viene ridotta
al minimo, a favore della parte figurativa. E’ naturale
che in un’epoca in cui l’immagine è prevalente sulla scrittura, i giovani
siano orientati verso questo tipo di lettura, ma nascono delle riserve quando
si acquisisce questo dato di fatto senza critica e attenzione.
La civiltà dell’immagine richiede osservazione, senso critico, educazione
al bello, più di qualunque altra, pena la supremazia di falsi valori, di
cattivo gusto e superficialità. Quando un ragazzo legge un giornalino, compie
un’azione niente affatto priva di significato, al contrario, la subordinazione
dl testo scritto all’immagine crea un coinvolgimento superiore e in qualche
modo condizionato nell’approccio conoscitivo. Le immagini
create da un altro costringono la fantasia e la creatività di chi
legge e non sempre costituiscono… un’opera d’arte. E’ un fatto
accertato però che la maggior parte dei ragazzi preferisce “vedere”
un racconto, piuttosto che leggerlo, perché viene
richiesto un minore sforzo e impegno di attenzione, comprensione e di penetrazione.
Esistono giornalini più degni di considerazione, che alternano parti nelle
quali prevale lo scritto, ad altre nelle quali prevale l’immagine: per questi
può cessare la riserva, a condizione che i racconti siano validi sul piano
educativo.
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La lettura: altri generi letterari per ragazzi